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Cosa trovi in questo articolo

Negli ultimi anni, la figura del Mobility Manager è diventata sempre più importante nelle aziende. Il ruolo era già previsto dalla normativa italiana sin dal 1998, ma ha acquisito un’importanza ancora maggiore dopo l’inizio della pandemia da Covid-19, quando si sono dovute limitare pesantemente la mobilità di individui, lavoratori e merci. 

 

Il Decreto Rilancio emanato dal Governo nella primavera 2020 ha voluto rafforzare il ruolo del Mobility Manager incentrandosi sulla sua diffusione più ampia possibile.

 

All’interno di questo articolo analizziamo nel dettaglio il mobility management aziendale: che cosa si intende, quali sono i vantaggi e quali sono i casi in cui serve all’interno di un’organizzazione.

 
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Il Decreto Rilancio emanato dal Governo nella primavera 2020 ha voluto rafforzare il ruolo del Mobility Manager incentrandosi sulla sua diffusione più ampia possibile

Cos’è il Mobility Management Aziendale?

Il Mobility Management è un insieme di iniziative aziendali volte a gestire i viaggi casa-lavoro e lavoro-lavoro dei dipendenti (ma anche dei pazienti, dei clienti, ecc.). 

 

Ciò ha un impatto significativo sulle politiche ambientali del territorio e sulla riduzione dei costi legati ai possibili infortuni. 

 

Viene, inoltre, considerato un aspetto fondamentale del Welfare perché è finalizzato a ridurre tempi, costi e stress legati al pendolarismo, con benefici anche a livello di Work-life Balance dei propri dipendenti.

 

Chi è e cosa fa il Mobility Manager?

Il Mobility Manager è la figura che si occupa di gestire la mobilità sostenibile all’interno di un’azienda. 

 

La sua missione fondamentale consiste nella creazione di un Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL), per promuovere la razionalizzazione degli spostamenti del personale dell’azienda. Tale operazione prevede analisi, sviluppo e verifica di vari aspetti, al fine di mettere in atto un sistema efficiente ed efficace.

 

Il Piano Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) ideato dal Mobility Manager è uno strumento che ha lo scopo di consentire la migliore raggiungibilità dei luoghi di lavoro e ottimizzare gli spostamenti del personale impiegato all’interno dell’organizzazione. 

 

Ciò ha come effetto una riduzione dell’uso di auto private, quindi meno congestione durante le ore di punta, minor impatto ambientale causato dai veicoli e un aumento del benessere dei dipendenti.

 

I vari tipi di Mobility Manager

Nel campo della mobilità esistono tre figure che si occupano di compiti diversi:

 
  • Il Mobility Manager Aziendale;
  • Il Mobility Manager di Area o territoriale;
  • Il Mobility Manager Scolastico.
 

Mobility Manager Aziendale

Il Mobility Manager Aziendale ha il compito di progettare ed attuare soluzioni sostenibili nell’ambito della mobilità aziendale. Tale ruolo comporta una grande responsabilità, poiché comprende aspetti come l’analisi, la comunicazione e il marketing. 

 

Uno degli obiettivi principali è promuovere una cultura della mobilità sostenibile nelle aziende e per farlo coopera spesso con altri Mobility Manager.

 

Mobility Manager d’Area

Oltre al Mobility Manager Aziendale, la legge ha individuato anche una figura di Mobility Manager d’Area. Queste persone appartengono agli Uffici del Traffico presenti nei comuni più grandi e supportano gli altri Mobility Manager nelle loro attività sul territorio. 

 

Inoltre, aiutano nella stesura dei Piano di Sviluppo della Cultura della Mobilità (PSCL), organizzando momenti di formazione e informazione sull’innovazione e sull’impatto ambientale della mobilità. 

 

Il Mobility Manager d’Area può inoltre promuovere soluzioni complementari ed innovative ed erogare incentivi per migliorare le condizioni di trasporto pubblico locale.

 

Mobility Manager Scolastico

Con l’entrata in vigore della legge 221 del 2015 è stato introdotto anche il Mobility Manager Scolastico, un tipo di Mobility Manager con responsabilità e obiettivi simili al suo corrispondente aziendale. 

 

Il loro ruolo consiste nel fornire servizi alla scuola, come supportare il personale docente e gli studenti nello spostarsi tra casa e scuola. In particolare, si interfacciano con le strutture comunali e altri istituti scolastici allo scopo di coordinare meglio le varie soluzioni esistenti per ottimizzarne l’uso.

 
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Il Mobility Manager d’Area può inoltre promuovere soluzioni complementari ed innovative ed erogare incentivi per migliorare le condizioni di trasporto pubblico locale

I compiti e le funzioni del Responsabile di Mobilità Aziendale

Il Mobility Manager (aziendale e d’area) è responsabile di numerose attività

 
  • Promuove interventi per la gestione del trasporto del personale al fine di ridurre permanentemente l’inquinamento atmosferico nelle zone urbane;
  • Supporta l’adozione del PSCL; 
  • Adeguar il PSCL secondo le indicazioni dei Comuni interessati, coadiuvando anche il Mobility Manager d’area; 
  • Controlla come viene applicato il PSCL verificandone i risultati e monitorando in che modo gli spostamenti influiscono sulla soddisfazione dei dipendenti.
 

Il Mobility Manager aziendale ha la responsabilità di curare i rapporti con gli enti pubblici e privati interessati alla gestione degli spostamenti del personale dipendente. 

 

Inoltre, organizza attività di informazione, divulgazione e sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile, supportando il mobility manager d’area nella promozione di interventi nel territorio utili a favorire l’intermodalità, lo sviluppo sicuro di percorsi ciclabili e pedonali, l’efficienza e l’efficacia dei servizi di trasporto pubblico nonché lo sviluppo di servizi condivisi. 

 

Promuove inoltre azioni di formazione volte ad incentivare l’uso della mobilità ciclo-pedonale, dei mezzi pubblici e dei servizi ad esso complementari o innovativi.

 

Il Mobility Manager d’area è responsabile di attività di coordinamento tra i Mobility Manager aziendali della zona al fine di promuovere la creazione e l’utilizzo di pratiche collaborative. 

 

Organizza incontri, riunioni e seminari per migliorare le pratiche nell’elaborazione del PSCL. Inoltre, supporta il Comune vicino nello sviluppo e realizzazione di politiche sulla mobilità sostenibile. 

 

Infine, raccoglie dati riguardanti gli orari di ingresso e uscita dei dipendenti e studenti da parte dei mobility manager aziendali e scolastici, fornendo tali informazioni agli enti che gestiscono servizi pubblici comunali e regionali.

 

Il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL): cos’è e a cosa serve

Il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) è uno strumento di pianificazione utilizzato dalle aziende per la gestione degli spostamenti casa-lavoro dei propri dipendenti. È stato previsto nel Decreto 12 maggio 2021 ed è stato regolamentato mediante un decreto interministeriale (MiMS-MiTE 4 agosto 2021) che contiene specifiche linee guida per la redazione e l’implementazione dei PSCL. 

 

La redazione di tale documento si pone l’obiettivo di ridurre il traffico veicolare privato e identifica le soluzioni necessarie per favorire forme di mobilità sostenibile come alternative al mezzo individuale. 

 

Inoltre, esso prende in considerazione la mobilità dei dipendenti, le loro esigenze di spostamento, nonché lo stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato e stabilisce i benefici conseguibili attribuiti a chi viene coinvolto nelle varie pratiche. 

 

Questi vantaggi includono tempi di trasferimento più brevi, costi più bassi e comfort maggiore per i dipendenti. Inoltre, l’impresa o la pubblica amministrazione che adotta il PSCL beneficiano di riduzioni economiche ed un miglioramento produttivo. 

 

Infine, la collettività godrà anche di vantaggio in vari campi come quelli ambientali, sociali ed economici.

 

Quando il PSCL è obbligatorio? Quando invece è facoltativo?

Le imprese e le pubbliche amministrazioni sono obbligate ad adottare un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) per i propri dipendenti. L’obbligo riguarda le unità locali con più di 100 dipendenti situati in un capoluogo di regione, una città metropolitana, un capoluogo di provincia o in un comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti, compresi i dipendenti che operano stabilmente presso la stessa unità locale. 

 

Tali organizzazioni devono eseguire l’adozione entro il 31 dicembre di ogni anno.

 

Le imprese e le pubbliche amministrazioni che non ricadono nella categoria sopra indicata possono optare per l’adozione facoltativa del Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) del proprio personale dipendente.

 

I Vantaggi delle Aziende con un Mobility Manager

Le aziende che scelgono di inserire un Mobility Manager nella loro struttura organizzativa possono beneficiare di moltissimi vantaggi: dal miglioramento dell’accessibilità alla riduzione dei costi, dalle misure di responsabilità sociale al raggiungimento degli obiettivi ambientali. 

 

L’adozione del Mobility Management si dimostra, quindi, una strategia utile per ottenere risultati tangibili in termini economici e sociali.

 

I principali vantaggi

Oltre al rispetto delle disposizioni normative, l’adozione di strategie di Mobility Management può portare diverse opportunità all’azienda, come ad esempio una maggiore accessibilità sia per i dipendenti che per i clienti da raggiungere presso la sede, ottimizzazione dei costi e dei tempi degli spostamenti casa-lavoro e di trasferta, soluzione della domanda di sosta in sede aziendale, flotta più efficiente e con costi ridotti, minor possibilità di incidenti casa-lavoro e in generale maggior benessere del personale che si traduce nella fidelizzazione nei confronti dell’azienda. 

 

Inoltre l’adozione di un piano di mobilità aziendale può essere utile anche al miglioramento del rapporto con il territorio circostante e agli standard prefissati. 

 

Infine questa strategia contribuisce notevolmente al raggiungimento degli obiettivi legati alla sostenibilità ambientale aziendale, attirando nuovo personale ed investimenti grazie ad un aumentato senso di responsabilità sociale da parte dell’organizzazione.

 

Approfondimento: perché condizioni migliori dei dipendenti sono un vantaggio per le imprese

Un’ottimale gestione della mobilità aziendale può rappresentare un’importante opportunità di investimento, poiché contribuisce alla creazione di un legame forte e costruttivo tra l’azienda e i suoi dipendenti. 

 

In questo modo si evita la dispersione delle risorse in termini di tempo, energia e denaro, ma anche lo stress causato dal traffico durante gli orari di punta o dalla ricerca del parcheggio nella sede dell’azienda. 

 

Inoltre, con un Mobility Management più efficiente si riduce il rischio di incidenti durante il tragitto casa-lavoro incentivando l’utilizzo di mezzi pubblici rispetto al mezzo privato. 

 

Tale strategia si traduce, in aggiunta, in minori oneri finanziari per i dipendenti che possono così dedicare maggiore tempo all’attività fisica ed entrare meno in contrasto con i sindacati e con il territorio circostante.

 

Quando è obbligatorio un Mobility Manager Aziendale?

Fino al 2019, le aziende con più di 300 dipendenti e gli enti pubblici con almeno 800 unità di personale erano tenuti a indicare un Mobility Manager, ma solo per i comuni soggetti a inquinamento atmosferico. 

 

Con l’ultimo Decreto Rilancio, l’obbligo è stato esteso anche alle imprese con almeno 100 dipendenti nelle aree urbane più popolose.

 
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Un’ottimale gestione della mobilità aziendale può rappresentare un’importante opportunità di investimento

La normativa sul Mobility Management: cosa dice in breve

La figura del mobility manager è stata definita e regolamentata tramite diversi atti normativi. 

 

Il Decreto Rilancio (DL 34/2020), ad esempio, ha reso obbligatoria la figura in tutte le imprese o enti pubblici con più di 100 dipendenti. 

 

Il Decreto n.179 del 12 maggio 2021 ha poi stabilito i requisiti minimi da rispettare. Successivamente, il Decreto interministeriale 4 agosto 2021 ha introdotto le linee guida per redigere ed implementare i Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL). 

 

In dicembre dello stesso anno il Ministero della Transizione Ecologica e quello delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili hanno rilasciato una raccolta di FAQ sul Mobility Manager e sul PSCL da consultare sulla sezione “Mobilità sostenibile” del sito del MTE

 

Infine, con l’adozione del Decreto 16 settembre 2022 sono state apportate le prime modifiche alla normativa del DM 12 maggio 2021.

 

Cosa dice la legge

Il Decreto n.179 del 12 maggio 2021, emanato dal Ministero della Transizione ecologica, definisce e descrive in dettaglio i compiti e le funzioni che la figura del Mobility Manager deve svolgere al fine di promuovere e attuare iniziative per organizzare e gestire la domanda di mobilità da parte delle persone coinvolte.

 

Gli ultimi aggiornamenti

La legislazione relativa al Mobility Manager si è evoluta negli ultimi tempi. Vediamo alcuni dei principali sviluppi che hanno interessato l’ultimo anno.

 

Le modifiche al DM 12 maggio 2021

Il Decreto 16 settembre 2022 ha apportato modifiche alla normativa del DM 12 maggio 2021 riguardante la figura del Mobility Manager. 

 

Le novità apportate offrono in particolare alcune precisazioni relative all’obbligo di predisporre un Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) per le amministrazioni con riferimento alle società infragruppo ubicate nella stessa unità locale e ai requisiti che il Mobility manager deve possedere.

 

Il DM 12 maggio 2021 impone alle imprese e alle pubbliche amministrazioni con singole unità locali che contano più di 100 dipendenti, ubicate in un capoluogo di regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di provincia o in un comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti, l’obbligo di adottare entro il 31 dicembre di ogni anno un PSCL del proprio personale dipendente. 

 

Il Decreto definisce “dipendente” qualsiasi persona che risulta dipendente di altre imprese e pubbliche amministrazioni e che opera stabilmente presso la stessa unità locale tramite contratti di appalto, distacco, comando o altro. 

 

Il Decreto 16 settembre 2022

Il Decreto 16 settembre 2022 introduce poi un nuovo comma per stabilire come calcolare i 100 dipendenti nel caso in cui vi siano società infragruppo ubicate nella stessa unità locale: in questo caso la soglia dei 100 dipendenti è calcolata sommando i dipendenti delle diverse società del raggruppamento.

 

Come individuare un Responsabile di Mobilità Aziendale

Vediamo quali sono i requisiti e la formazione che deve possedere un Mobility Manager al fine di svolgere in modo efficiente il proprio ruolo.

 

I requisiti per occuparsi di Mobility Management in Azienda

Per poter ricoprire il ruolo di mobility manager aziendale e d’area, è necessario soddisfare determinati criteri, come la competenza professionale o l’esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente. 

 

I soggetti coinvolti devono assicurarsi che il personale in servizio sia in possesso dei requisiti richiesti in modo da garantire un adeguato livello di professionalità.

 

La formazione per diventare Mobility Manager Aziendale

L’UNI e l’Associazione Italiana acquirenti e gestori di auto aziendali (A.l.A.G.A.) hanno prodotto la UNI/PdR 35:2018 Profili professionali della mobilità aziendale, una relazione che definisce i requisiti necessari per ricoprire i profili professionali associati alla mobilità aziendale, in base ai criteri del Quadro europeo delle qualifiche (EQF). 

 

Tale documento fornisce le linee guida per la valutazione della conformità ai requisiti relativi a figure come mobility manager, fleet manager, travel manager e corporate mobility manager. 

 

Anche se il decreto DM 11/5/2021 non richiede espressamente la certificazione professionale di queste figure, è comunque possibile sfruttare tale prassi per riconoscere ed apprezzare le competenze dei mobility manager nel mercato.

   

FAQ sul Mobility Management in Azienda

Vediamo ora alcune domande frequenti che gli utenti si pongono spesso nel momento in cui cercano informazioni a riguardo del Mobility Management in azienda.

 

Qual è la differenza tra Mobility Manager Aziendale e d’Area?

Il Mobility Manager Aziendale viene nominato all’interno dell’azienda e ha l’obiettivo di supportare la gestione della mobilità aziendale. Il Mobility Manager d’area, invece, è individuato tra i soggetti esterni all’azienda ed ha il compito di contribuire ad ottimizzare la mobilità locale in prospettiva ambientale, economica e sociale. 

 

Entrambi i mobility manager devono possedere competenze specifiche in materia di mobilità sostenibile, trasporti e tutela dell’ambiente.

 

Quali sono le principali strategie di Mobility Management?

Le principali strategie di Mobility Management comprendono l’utilizzo di modalità di trasporto alternative alla macchina privata, come mobilità a pedali, mezzi pubblici, servizi condivisi e soluzioni a chi concede un ride (carpooling e car-sharing). 

 

In termini di infrastrutture, sono importanti piste ciclabili e aree pedonali ben segnalizzate che favoriscano la scelta degli spostamenti più sostenibili. 

 

Stimolare i comportamenti virtuosi in materia di mobilità è possibile anche attraverso agevolazioni fiscali sugli acquisti di bici elettriche o incentivando lo spostamento casa-lavoro con autobus, treni o mezzi alternativi.

 

Quanto guadagna un Mobility Manager?

I Mobility Manager possono guadagnare una media di 45 mila euro lordi all’anno se lavorano come impiegati in un’azienda di medie dimensioni, mentre potrebbero ottenere fino a 100 mila euro annui se occupano posizioni dirigenziali presso grandi aziende.

 

Quanti sono i Mobility Manager in Italia?

Secondo i dati forniti da Euromobility, l’Associazione dei Mobility Manager, ci sono attualmente più di 850 Mobility Manager in Italia che lavorano principalmente nelle aziende e solo 66 a livello comunale o sovracomunale.

 

Chi ha l’obbligo del Mobility Manager?

Il “Decreto Rilancio” (DL 34/2020, convertito in Legge 77/2020) ha introdotto l’obbligo di nominare un Mobility Manager per tutte le aziende o gli Enti pubblici che contano più di 100 dipendenti, un numero inferiore rispetto a quello previsto nel Decreto del 1998 che era pari a 300 per unità locale/800 complessivi.

 

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